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Gay & Bisex

L'esperimento (Seconda Parte)


di Mitchell
14.09.2010    |    15.532    |    0 7.9
"Passo' una bella ragazza e Mauro salto' su: "Mi caschino le palle se quella non è Christin!"..."
Ero andato in banca il giorno dopo a riscuotere il mio assegno da 10.000 euro. Era la mia banca, mi conoscevano per cui non mi chiesero neanche il documento. Ma mi fecero aspettare dieci minuti buoni. La cassiera tornò allo sportello e con la faccia amareggiata mi disse "Mi spiace signor Rambaldi, ma questo assegno non è valido. E' stato emesso a vuoto. L'ente emittente non esiste. Abbiamo contattattato la banca che compare nell'assegno ma non hanno nessun cliente dal nome Cnova". E io: "Ma come? Non è possibile! Controllate meglio"
"Guardi abbiamo già controllato bene, il conto indicato nell'assegno è inesistente. Chi glielo ha dato?". Per deviare e non insospettirla feci un sorriso rispondendole "Ho capito, mi hanno fatto uno scherzo... Fa niente, la ringrazio signorina". Salutai e me ne andai. Incazzato nero. Nero piu' della macchina sulla quale ero salito e poi narcotizzato.
MERDA MERDA MERDA! Lo urlai a voce alta per strada mentre cercavo di capire. Una passante anziana mi apostrofo' "Impari l'educazione giovanotto!".
Io mi girai di scatto e dissi VAFFANCULO! Non era certo giornata per rompermi i coglioni. La signora si giro' e mi guardò malissimo ma non osò dire una parola. Ci pensò il suo cane a sbraitare contro di me. Ma vaffanculo pure a quello. Purtroppo in quel momento mi sentivo come un cane anch'io, un cane perso. Era stato tutto un bluff. La Cnova, l'esperimento, le statistiche, il 50% della popolazione etero, il 50% restante culi. Che cantonata pazzesca! E quei dottori col camice bianco e l'infermiera che sembrava una troia? E gli elettrodi su tutto il corpo? E il display che continuava a emettere le sue sentenze? E il mio compagno di stanza? Cazzo! Non avevo nessuna prova, non avevo nessuna traccia per risalire a loro. Non sarei mai riuscito a capire dove ci avessero portati qul giorno. Tornai a casa e mi misi al computer. Digitai in tutti i motori di ricerca la parola Cnova.
Nessun risultato, niente di niente. Beh in effetti, anche se fosse esistita non la avrei certo trovata su internet. Se era un'azienda segreta e blindata mica sarebbe stata rintracciabile in rete. Avevo solo indizi e nessuna prova. Avevo pero' la loro mail di risposta. Tutte le mail lasciano un ip. L'ip è il numero identificativo abbinato al server con cui sei collegato in internet. Dall'ip si puo' risalire al luogo da dove era stata spedita la mail.
Trovai un sito che se digiti l'indirizzo ip ti fornisce la provenienza geografica e molti altri dati ancora. Nuova zelanda venne fuori. Ma vaffanculo!
E certo, mica erano stupidi quelli. Avevano senz'altro utilizzato dei siti filtro, dei server proxy o qualunque altra diavoleria che non ti permette di risalire al mittente. Dovevo andare alla polizia, dovevo denunciare il fatto. Stavo per uscire poi ci ripensai. Si e poi cosa gli dico alla polizia?
Che degli ignoti hanno fatto un esperimento su di me, che mi han messo un tubo nell'uccello e una supposta nel culo? Che mi hanno dato un assegno falso dopo avermi detto che son frocio? Non era credibile, non avrebbe retto, poi mi sarei sputtanato ulteriormente. Andai in terrazzo a respirare il caldo e il profumo dell'estate, almeno quello mi tirava un po' su' mentre continuavo a pensare. Decisi di mettere un blog su internet chiamandolo "La bufala Cnova". Non ci misi piu' di tanto. Serviva solo a chi come me avesse ricevuto un assegno falso. Se il mio compagno di esperimento avesse cercato la verità come me si sarebbe collegato a quel mio sito e mi avrebbe scritto prima o poi. Il prima o poi fu una settimana dopo.
Mi arrivo' una mail telegrafica "Sei tu che eri con me quella stanza quel giorno? Con quei 2 dottori e l'infermiera? Mauro".
Gli risposi seduta stante.
"Si ero io, immagino che anche il tuo assegno fosse a vuoto. Dobbiamo incontrarci e parlare. Saverio". Dopo un'ora mi rispose e mi mando' il suo numero di cellulare. Non ci pensai 2 volte a chiamarlo. "Sei Mauro? Sono Saverio!".
"Ah Saverio. Sai, la prima cosa a cui ho pensato quando sono uscito dalla banca senza soldi in tasca sei stato tu. Eri l'unico testimone ma non sapevo come contattarti, ma ci hai pensato tu, geniale l'idea del blog!".
"Ok grazie ma direi che forse è meglio che ci incontrassimo che parlare al telefono, non sei daccordo?". Parlammo alcuni minuti e per fortuna venne fuori che eravamo della stessa città. Ci demmo appuntamento il giorno stesso alle 16 del pomeriggio in Piazza della Repubblica.
Arrivammo puntualissimi e ci riconoscemmo subito. Mi diede la mano e sorrise. "Bella inculata, eh?" disse. "Già peggio di cosi' non poteva andare. 10.000 euro in fumo, umiliati e derisi" replicai io. E Mauro: "Già, non hai la minima idea di chi puo' avere fatto questo? Io mi sono spremuto il cervello ma non è servito a niente". "Senti Mauro, per me quelli non lavoravano per il governo. O hanno voluto farci uno scherzo o hanno provato a fare un esperimento per loro conto". E Mauro: "Ma tutti quegli apparati fantascientifici esistevano e quelle cose costano dei soldi. Quindi chi ha organizzato tutto o è pieno di soldi o ha usufruito di apparecchi militari o di qualche università. Poi troppo giovani quei dottori e Christine? Dai sembrava una fotomodella, mica un'infermiera!". "Come li ritroviamo quei tre?" Feci io "Mi ero illuso di risalire dalla mail che avevano mandato. Ma sarebbe stato troppo facile. Hanno usato dei siti intermedi per cambiare ip". "Giusto! L'indirizzo ip, non ci avevo pensato. Anche se qualcuno utilizza proxy o remailer il vero ip sorgente resta memorizzato da qualche parte. Senti ho un amico che è un genio di pc e di reti. Mi rivolgero' a lui. Gli chiedo se è possibile in qualche modo rintracciare qualcuno anche se ha utilizzato dei server intermedi!". "Ottimo -feci io- Come rimaniamo daccordo?". "Lo chiamo e appena so qualcosa ti faccio sapere, ok?". "Ok" e ci salutammo. Poi mentre ci eravamo già allontanati si giro' con un sorrisino dicendomi: "Ah, ricordati! L'invito che ti ho fatto quel giorno è sempre valido!". Lì per lì non capii poi ripensandoci mi venne in mente la storia del pompino.... Gli gridai: "Bastardo!" e me ne andai. Ripensando alla storia del pompino mi venne ancora piu' rabbia. Poi c'era un fatto. Era stramaledettamente bello Mauro, ma questo era un particolare insignificante. Io ho la mia dignità e non faccio pompe a comando. Se si fosse riprovato a tornare sull'argomento un cazzotto non glielo avrebbe tolto nessuno. La mattina dopo mi chiamo': "Saverio! Allora le cose stanno così. Tra 24 ore avremo l'ip originale da cui son partite le nostre mail. Quel genio del mio amico me l'ha garantito. Mi ha fatto l'interrogatorio per sapere perchè ci tenessi tanto ad avere quei dati e non ti dico la storia assurda che mi sono inventato, ma l'ha bevuta e adesso sta lavorando per noi".
"Perfetto-risposi-aspetto tuoi aggiornamenti!". Mauro mi richiamo' alle 14 del giorno dopo: "Ci siamo! La mail è partita dall'università, dalla facoltà di chimica-fisica."
"E' proprio un genio quel tuo amico! Ora abbiamo una traccia valida. Dobbiamo recarci là. Dobbiamo vedere se riconosceremo qualcuno. Ci fingeremo 2 studenti, non desteremo nessun sospetto". Alle 9 del giorno dopo eravamo davanti alla facoltà. Gente che andava e veniva. Gente bella, gente brutta, ragazzi, ragazze, professori, di tutto un po'. Entrammo. Girammo un po' in qua e un po' in la per tutta la facoltà senza concludere niente.
Poi ci sedemmo al bar. Passo' una bella ragazza e Mauro salto' su: "Mi caschino le palle se quella non è Christin!". "E' vero!" Dissi io.
"Ha i capelli completamente diversi ma il viso lo riconosco! E' lei!". Ci alzammo di scatto e la fermammo. "Tu sei Christine!" le dissi. Lei ci aveva riconosciuto benissimo. L'espressione del viso lo sottolineava ma comincio' a recitare la commedia. "No mi spiace, mi avete scambiato per qualcun altra, io mi chiamo Annalisa. Spiacente di deludervi ragazzi... Ciao". Si vedeva che stava recitando e dopo averci lasciati li' come due cretini affretto' il passo.
Come poteva non averci riconosciuto. Era lei la troia, la complice di quel dannato esperimento. Senza dare nell'occhio la seguimmo. Entro' in una stanza chiudendo la porta. Non era traficcato quel corridoio e Mauro si mise a origliare senza essere visto da nessuno.
"Sta parlando con qualcuno al cellulare" disse Mauro. "Ha detto: ma come faccio a sapere cosa ci fanno qui quei due?! Certo che li ho riconosciuti, sono proprio loro. Gli ho anche toccato cazzo e culo, vuoi che non riconosca la faccia? Ok, ti raggiungo a casa. In meno di un quarto d'ora saro' li'".
Queste erano state le parole della finta Christin con il suo interlocutore telefonico. Mauro stacco' di colpo l'orecchio dalla porta bisbigliandomi "Andiamo, potrebbe uscire da un momento all'altro". Ci allontanammo in fretta e furia appena in tempo perchè dopo qualche secondo la porta si apri'. "Annalisa, Christin o qualunque fosse il suo nome usci' e a passi svelti sgattaiolo' fuori dall'Università e si diresse all'ingresso della metro che era a due passi da li'.
Mentre facevamo le scale per raggiungere la metro non la vedemmo piu', forse si era messa a correre sospettando di essere seguita. Io e Mauro ci
divedemmo dirigendoci verso i 2 ingressi opposti della metropolitana. Sia io che Mauro ci facemmo scivolare sotto il naso i treni che erano appena partiti e ci guardammo amareggiati tra i binari che dividevano. Subito dopo ci ritrovammo all'ingresso principale. "E adesso" fece Mauro? Io ero rabbioso e diedi dei pungni sul muro urlando piu' volte "porca troia". Guardacaso passava un agente di Polizia che si fermo'rivolgendosi a me: "Qualche problema ragazzi?". "No niente, abbiamo perso la metro...". "Beh prenderete la prossima e moderate i termini quando vi trovate in luoghi
pubblici, ok?" e si allontano'.
"Calmati Saverio -disse Mauro- vedi poi che succede?". "Che succede adesso invece, che cazzo facciamo? Abbiamo perso l'unica traccia che avevamo. Cazzo. Cazzo. Cazzo!". "Avresti dovuto dirglielo al poliziotto! Disse Mauro.
"Che cosa?" "Che stavamo pedinando una delinquente, ci avrebbe aiutato!" replico' sempre Mauro. "Ohh che idea geniale? Sono commosso dalla tua arte di pensiero! Vuoi che ci portasse in caserma e ci facesse l'interrogatorio? Non sai che pedinare è reato? Invece per quale reato sarebbe stata perseguibile Christin?". "Dai Saverio, abbiamo le prove, gli assegni falsi". "Da un assegno falso non si riesce a risalire all'emittente, non lo sai questo, coglione? Poi ci avrebbero chiesto il perchè di quell'assegno e avremmo dovuto dire tutto. Legati a un tavolo con davanti un film porno, con un elettrodo appicicato sul cazzo e una supposta di metallo infilata nel buco del culo?? Dai non ci avrebbero mai creduto e avrebbero messo dentro noi per squilibrio mentale!". Poi mi calmai e cominciammo a camminare andando a caccia di qualche idea che ci potesse illuminare. Mauro a un tratto salto' su con "Pero' l'esperimento aveva funzionato, non erano dei coglioni quelli, sapevano quel che facevano". "Che intendi dire che l'esperimento ha funzionato??" replicai io.
"Beh io sono etero e tu sei gay. C'avevano preso!".
"Certo ci avevano preso, che bravi, ci voleva un genio per capirlo guarda! Lascia stare. Poi non ritirare mai piu' fuori la storia del pompino, se no stavolta mi incazzo forte!".
"E se la ritirassi fuori invece?" disse Mauro per provocarmi.
Io abbastanza irritato lo presi per un braccio e glielo strinsi forte e gli feci male, si vedeva dall'espressione di dolore. E non me ne fregava un cazzo se stesse passando gente. "Senti stronzetto -gli feci- se pensi che tutti i gay vadano in giro a fare pompe a chiunque ti stai sbagliando di grosso. Io ho anche un cuore e un'anima oltre che a una bocca, lo sai? Io poi ho delle prerogative! Vuoi che te le dica? Se vuoi che ti faccia un pompino prima mi dai la lingua in bocca e me lo prendi in bocca anche tu!
Questi sono i patti! Accetti?" gli urlai sempre piu' agitato. Mauro si limito' a rispondere "Toglimi quella mano, mi stai facendo male". Gliela tolsi e continuammo a camminare. "Non pensavo te la prendessi così, scusa". "Ok, forse è meglio andare a casa adesso" dissi io. "Ci risentiamo quando a qualcuno dei due verrà fuori una trovata geniale". Disse ok e mi salutò.

Passarono 2 settimane. Nessuno dei 2 chiamo' l'altro, nessuna idea geniale da parte di nessuno. Ma il quindicesimo giorno il cellulare squillò. Era il
pomeriggio di una splendida giornata di sole e stavo studiando sul terrazzo. Era Mauro "Ti è balenata qualche idea" gli chiesi.
"No, rispose, ci sto ancora pensando. Ma non ti chiamavo per questo". "Per cosa allora?" risposi buttando per terra il libro di letteratura inglese.
"Ho pensato molto a quello che mi dicesti quel giorno. Pensato e ripensato. La mia risposta è ok!". E io non sapendo da quale parte volesse andare a parare chiesi: "Cosa ok? A cosa hai pensato? Dove vuoi arrivare??". "Dai Saverio, l'hai capito, non fare il finto tonto. Ok sta per ci sto! Un bacio in bocca e un pompo reciproco? Erano questi i requisiti,
giusto?". "Scusa ma non eri etero?" replicai io?" Etero, gay bisex...? Sempre la mania di
appellare, di determinare. Io non lo so cosa sono. Prima di conoscere te mi piacevano solo le donne. Ma... quando ti ho visto nudo su quel letto, il giorno dell'esperimento, mi son venuti strani pensieri. Mi pesa confessartelo. Anche se scorrevano le immagini di quella scopata davanti ai nostri occhi io pensavo a te in quel momento. E quando sono venuto pensavo solo a te. L'esperimento è fallito. L'uccello ce l'avevo duro perchè pensavo a te cazzo! E se ti ho scritto su quel blog era solo perchè speravo di rivederti, tanto sapevo che quei soldi non ce li avrebbe piu' ridati nessuno...".
Comincio' a singhiozzare. "Scusami per la commedia che ho recitato, scusami se non ho avuto il coraggio di dirtelo. Non volevo rendermi vulnerabile davanti ai tuoi occhi. Sai quanto mi costa dirti questo? Sai quanto costa a un impeccabile mangiatore di fighe ammettere questa verità?" Non sentivo piu' le sue parole, sentivo solo che piangeva, piangeva a dirotto. A sentire le sue lacrime cominciarono a scenderne anche a me. "Mauro non piangere, ti prego, non c'è bisogno di piangere. Che ne diresti se ci incontrassimo subito?".
E ci incontrammo subito. E successe quel che successe. Quel che doveva succedere. Diventammo amici, complici, amanti. L'amore lasciamolo da parte,
anche se probabilmente anche quello c'era. Ma ormai eravamo diventati una cosa sola. Ci sentivamo con il mondo in mano. Ci sentivamo piu' grandi, piu' spavaldi, alla faccia di quelli che fanno esperimenti e giudicano. Alla faccia dei finti scienziati e di quelli veri. Alla faccia di quelli che battezzano uomo donna, etero gay. Eravamo sempre piu' uniti e sempre piu' forti. E adesso dovevamo focalizzarci su un solo obiettivo: farla pagare a quelli della Cnova.

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